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venerdì 27 maggio 2011

Le migliori pagine di facebook non ancora inventate

Rubrica demenziale e senza futuro



Cosa avrebbe fatto Antonello Piroso nell'età del muto?

Tutto su tua madre*

Tutto su Lilli Gruber

Immaginare che Lilli Gruber faccia dei gran pompini

Sbadigliare a più riprese guardando un film di Godard e commentare al termine della visione con "E' un Capolavoro assoluto"


*esiste di già davvero già

lunedì 16 maggio 2011

Il cinefilo




Si rivolse a lei e disse solennemente "Questo decadrage è meraviglioso". Era un tempio questo, in cui parlare delle cose che fiorivano nella mente in quello stesso istante che si faceva così meraviglia.
Per le strade della città fioccava il malumore e si dispensavano volantini di sette mistico-religiose; la gente pensava ad un secondo fine, tant'è che tutti capirono il gioco del calcolo e tutti pensavano a cosa l'interlocutore stesse calcolando.
Le badanti guardavano la televisione insieme alle vecchie decrepite che accudivano, sobbalzavano in sincrono alle notizie inferte dai telegiornali nazionali e al servizio sui giovani che si drogano del telegiornale regionale veneto.
"Io non capisco la misura, o meglio, questa situazione, vedi: cerco, ma in realtà non cerco; immagino, ma in realtà non immagino; penso, ma in realtà non penso. Dici che è il cambio di stagione?" Così diceva uno degli amici ad un altro amico (erano fra i pochi rimasti tali all'epoca) e l'altro provò a rispondergli senza rispondere, infatti parlò dei fatti suoi "Quello che mi dici capita a puntino: giusto l'altro giorno ero alle prese con un dialogo per il mio nuovo romanzo, ebbene, mentre ero lì che riflettevo, m'immedesimavo man mano in uno dei personaggi, ricercavo un certo equilibrio stilistico e bevevo il caffé ormai raffredato. Ecco insomma, si, mi sentivo come ingabbiato nel mio studio: cercavo di pensare al romanzo, ma pensavo solo a quanto male mi sentivo dentro l'ufficio....ecco, da allora porto con me quanto ho battuto...guarda, questo è il dialogo che ho scritto." E gli porse un foglio piegato. Il suo compare lo aprì e vi diede una letta senza leggere. Però. Disse "Però..." "Eh, non male vero?"
Tornando a noi, che pensavamo di trovare nella semiotica cinematografica il modo adeguato per sviluppare la nostra relazione, dovemmo cedere alle lusinghe della carne e gettarci a capofitto sul tuo letto e scioglierci al caldo estivo mentre le zanzare assistevano all'amplesso. Fu un momento topico: stavi per venire, una zanzara si posò sulla tua guancia, la mia mano si mosse prima del mio pensiero. Sbam! Ammazzai la zanzara(invero troppo tardi dato che da essa fuoriuscì una tua goccia di sangue) e ti feci del male. "Sei scemo!?"
Poi venne l'inverno e le cose si fecero più ardue per tutti, anche per i calcolatori poiché non ne volevano sapere di pagare il riscaldamento. Se ne stavano tutti al freddo con una coperta in più sul letto. Un mio conoscente diede una festicciola a casa sua e invitò i primi che trovava, fra cui il sottoscritto, e anche quattro puttane, non di professione s'intende. In frigo aveva solo del formaggio spalamabile Philadelphia con allegata ricetta. Cucinammo a fuoco lento la cena, mentre la fiamma era più viva al di sotto del pezzo di fumo e intorno alle quattro puttane. Gli ingredienti per la festa perfetta erano disposti casulamente nel soggiorno e tutto andò secondo i piani. Eccetto una cosa, che il mio conoscente non aveva previsto, manifestatasi, in una luce immensa e indimenticabile per i presenti, nove mesi più tardi su di un taxi. La cosa che preoccupava di più il mio conoscente però era stata la scarsa qualità di quell'orgasmo e di quell'erezione, che solo qualche mese più tardi gli procurò una gioia che non sapeva esistesse. Eppure al fin di questa favola maldigesta manca un appunto: ero appostato a pochi metri, nel parchetto. Fumavo una sigaretta e pensavo all'inizio di un film western. Arrivò un'auto, scesero quattro ragazzi, si diressero verso il Kebab di Sufyan e si fermarono a metà strada: giunse sul posto un'altra auto, scese un ragazzo, poi un altro, poi una ragazza, poi un'altra. Al rallentì: mezza figura, lei chiude la portiera e volta la testa nella mia direzione, controcampo su di me, primo piano di lei, controcampo su di me, primissimo piano di lei con degli occhi bellissimi. Poi raggiunge gli altri. In otto si dirigono all'interno del locale, ordinano, consumano e se ne vanno.

lunedì 2 maggio 2011

Motivi svariati per mandarsi affanculo

Ogni tanto m'imbatto in qualche blog carino, così, cliccando link a cazzo in giro per il web. Ultimamente ha destato la mia attenzione solo questo qui, che si chiama Maciste. Sta su tumblr, che non so per cosa stia, ma sembra molto ben quotato fra i radical chic. Mi pare che anche questo blogger sia un po' radical chic. Io non usavo la parola radical chic prima di andare all'università e spero di non usarla più d'ora in avanti.
Comunque, per dire, questo Maciste scrive bene, credo, di cose molto intelligenti, credo. Probabilmente studia lettere o qualcosa di simile. Nel suo blog scrive finte interviste e finti interventi di persone vere e, se va tutto bene, i suoi post fanno ridere. Io metà delle cose non le capisco perché sono capra e capra mi ci sento moltissimo a leggere le cose dei radical chic. Porco dio ho scritto radical chic di nuovo.
Comunque le mie cose preferite di questo blog sono Philip Roth che spara sentenze, magari sono stronzate, ma voglio dire: Philip Roth ragazzi. Ma chi cazzo è Philip Roth? Io francamente non lo sapevo, pensavo a Joseph Roth, quello del "...Santo Bevitore" che dovevo leggere alle superiori, poi non l'ho fatto. Comunque, dicevo, Philip Roth è uno scrittore contemporaneo. Probabilmente bravo. Non so.
Io ho sempre letto pochi libri. Cioè c'è stato un momento in cui li leggevo, erano tutti romanzi per ragazzi, da Harry Potter al Signore degli anelli e poi anche altro eh, comunque poi ho smesso. Mi sa che è stata una cazzata, altrimenti non mi sentivo una capra in questo momento. Comunque si, ho deciso, mi do ai libri appena finisco questa sessione di esami. Mi metto anche a dieta magari, inzio a fare un po' di attività fisica perché no? Si, si.
Ahah come no
Comunque su sto blog ci stanno anche altre cose, a mio avviso degne di nota: questo post su Chiamparino e questo su Giovanni Lindo Ferrett. Se il primo è satira ben fatta, il secondo a me sembrava vero, ma proprio vero e bellissimo.
Infine su sto Maciste c'è anche questo: video-intervista a non ho capito chi, penso uno a caso che all'inizio pensavo fosse il cantante dei verdena. Il titolo è azzeccatissimo, l'idea è pregevole, ma averci i cazzi per vederselo tutto(26minuti) è praticamente impossibile, quindi, per la prossima volta, da vidiomeicher del cazzo quale sono, consiglio a maciste di metterci un po' più di ritmo dai dai.

Non ho davvero idea del perché vi ho parlato di sto blog. Forse volevo parlare della blogosfera. Ma non di cose sfigate tipo paperblog a cui siamo affiliati -non ho ancora capito bene perché-, bensì di tutto questo circuito di blog molto curiosi, alcuni fighetti, alcuni proprio fighi e alla fine, se io e bruno non fossimo stati così dispersivi in questi anni e se avessimo commentato un due blog a caso al giorno, magari oggi eravamo anche noi membri di un blog che si fa notare. In pratica se io e bruno non fossimo io e bruno ce la si faceva.
E' un discorso che non ha senso.

Per cui via alla nuova rubrica: LE MIGLIORI PAGINE DI FACEBOOK NON ANCORA INVENTATE

"Noi che ci facciamo i film mentali e poi non andiamo mai a vederli"
"Noi che ci facciamo i film mentali e poi ce li guardiamo in streaming"
"La carne di gatto dovrebbe assomigliare alla carne di coniglio"
"Fra i neocatecumeni è pieno così di figa!"
"Le serie Tv che guardate in realtà fanno cagare"
"Big bang theory non fa ridere"
"Battute scontate, quasi gratis"
"Non è che sono snob, siete voi che fate schifo"



Passiamo ora al mio cortometraggio.

Posso dirvi che s'intitola Oggi non ti perdo, che poi è ispirato ad una frase di un pezzo dei Distanti che si chiama Poi un'altra storia. I giorni passano e i Distanti sono ormai la mia bend preferita.
Mentre il corto sta venendo abbastanza schifo

Passiamo ora alle recensioni di concerti
Un mese e mezzo fa in pratica ho visto i Non Voglio che Clara a Marostica in un ristorante/jazz club. Praticamente c'era il palco e poi intorno tavoli del ristorante, con gente molto chic dell'alto vicentino. Io mi sentivo molto a disagio con la mia giacca da snoùborder che fa molta fattanza(ve la vendo se volete) e stavo in piedi scomodo col capo sala che ogni tanto passava e diceva di spostarti che sennò i benestanti che mangiano e parlano mentre c'è il concerto non vedono il concerto. Seriamente: era pieno di gente che parlava e mangiava e dava le spalle. E' in momenti come questi che capisci ciò che tuo padre, quando ti sculacciava, cercava di insegnarti: la deportazione in Siberia non era del tutto da buttare via.
Comunque, oh, il concerto stupendo, anche se non hanno fatte né Le guerre, né Gli amori di gioventù. Ora che ci penso, stupendo mi pare un po' esagerato. Bello, diciamo.
Poi Sabato 24 ho visto gli Aucan allo Yourban ed è stata una mezza delusione perché l'impianto faceva pietà, disagi allucinanti risolti con lo spegnimento delle spie e via dicendo. Volume basso quando invece ci vorrebbe un muro di casse da asportarti il timpano. E vabbè.

L'altra sera invece sono andato alla Sagra di San Beppe, che è il quartiere vicino alla mia casa di Vicenza, e avvicinatomi sentivo dei suoni metal che ti aspetti da quei gruppi di 16enni che fanno metal. Forse avevano 17 anni. Comunque le solite cose inascoltabili, improponibili. Insomma mi sentivo nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. Poi ha suonato un altro gruppo etc etc mentre il concerto proseguiva, il mio amico Michele, che poi è l'unico che legge sto blog, mi fa "ma non ti sembra di essere troppo vecchio per stare qui?Cioè..." Ecco, oh, esattamente. La band giovanile che suona, questi liceali tutti intorno, io mi sento quasi in colpa a pensar male di tutti. Però lo faccio.
Il concerto insomma cosa posso dire, nulla di obbiettivo onestamente, dopo qualche pezzo mi sono allontanato, non ce la facevo più.