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venerdì 30 settembre 2011

Salto carpiato # 1 - Da Vigo a Fincher

Per carità, è un paragone a sproposito. Si sa, lo diamo per assodato; si cerca solo di far emergere somiglianza, anche perché in fondo una somiglianza è anche sottolineatura della differenza. Un gesto che vale a poco, siamo d'accordo, ma io questo ho visto, questo ho paragonato, questa vicinanza ho sentito. Qualcosa, seppur qualcosa d'inutile, vorrà pur dire.

giovedì 22 settembre 2011

La juve è in testa!

Io ancora non ho capito che è sto spread. C'hanno declassati sia noi che le banche nostre. Ma che vuol dire? Ma cosa significa? Che è??Morimo 'mazzati??
Sotto casa è pieno di banchetti e stand: stasera a Gorizia parte Gusti di frontiera e giù birra a fiumi. Il bar dei cinesi per l'occasione ha abbassato le lasko da mezzo a 2 euro. Nessuno le fa ad un prezzo così basso, a parte il supermercato.
Ecco, non ho nemmeno capito se i cinesi c'han comprato il debito.
E Gheddafi? è ancora vivo?(Forza Foggia!)
Poi è iniziato il campionato, alla grande direi: l'inter fa ridere, la juve vince o quasi, il napoli ieri ha perso, il milan fa ridere quasi come l'inter. Insomma, meglio di così non può proprio andare.
Una cosa che invece mi è chiara è che Berlusconi è un gran puttaniere. Ne aveva undici in fila e se ne è fatte solo 8, di più non riusciva. Il retropensiero (ma nemmeno troppo retro) di molti è: cazzo, anch'io vorrei. Pensa te che questo qui non si è scopato Belen perché all'epoca stava con Borriello, altrimenti nema problema.
Allora, caspita, ieri notte ho visto, manco a farlo a posta, Il declino dell'Impero Americano (di cui consiglio più caldamente il seguito, Le invasioni barbariche). Che questo edonismo, questa dilagante ricerca della felicità non siano forse i segni della fine dell'occidente? Che lo sciagurato destino del marxismo-leninismo abbia prodotto l'effetto contrario, ossia: non c'è una società migliore di questa-questa società non ci aggrada-scopi chi può ? I modelli di vita ideali riescono a seguirli in pochi, non sono alla portata di tutti, mia in primis, per pigrizia, per viltà o anche perché, in fondo, poco convincenti?(insomma, il progresso e la comodità devono essere del tutto scartati per vivere bene? ne siamo sicuri?).
Tutto sommato mamma e papà pagano l'università, c'han tolto la leva militare, le birrette al godina costano un cazzo. Io non mi posso proprio lamentare.
Il punto infatti è un altro, con tutto il rischio di generalizzare: fottesega a nessuno delle sorti dell'impero. Le paure ci mandano avanti un altro po', ipertrofizzati nel nostro benessere, con la juve in testa al campionato grazie a dio, la testa protesa ad un altro cortometraggio, con dieci euro in cambio di un long island gratis(la gente ha una faccia aggressiva/è qui per scopare/non può fare brutta figura).
Vedo distanti alcuni operai montare l'insegna luminosa di un centro commerciale: Vabbè c'è scritto.

sabato 17 settembre 2011

Trieste, o di un futuro cortometraggio




Accoglimi tra le tue braccia Trieste, io più in là non voglio andare. Restare in riva al mare, voltarmi e vedere le colline che salgono, nulla più. E, se devo, prendere un treno, tornare a casa sognando un'altra fuga, andare più distante e poi scoprire che è come restare chiusi in casa.
Bevendo e mangiando, mi imbambolo: c'è un campo di granturco, mi ci addentro, mi ci perdo.
Sono qui e qui voglio stare? Qualcosa va, qualcosa non va mi dirò, eppure sento: c'è una conclusione da fare, insomma qualcosa dovrà pur accadermi nella vita.
Mi spegni la sveglia, mentre fisso le finestre e non mi alzo; mi lavo la faccia al pomeriggio tardi e mi chiedi se qualcosa non va, no niente.
Portami fuori a bere, se puoi, più forte che puoi.

giovedì 15 settembre 2011

Tutti quei film che abbiamo detto adesso ce li vediamo - Elephant


Dopo Paranoid Park mi sembrava giusto proseguire, in ordine cronologico inverso, con Elephant(G.VanSant, 2003) che fu addirittura doppiamente premiato a Cannes, miglior film e miglior regia.
Questo poco c'interessa: le differenze principali col film della scorsa volta sono nel numero dei personaggi con quella che è una vera e propria scomposizione per punti di vista e negli "inserti" musicali. Poi c'è da dire che i film di Van Sant hanno il pregio, io ritengo così, della brevità. Qui a maggior ragione perché dopo 50 minuti di lunghissimi piani sequenza, carrellate a seguire, carrellate a precedere e corridoi interminabili davvero vuoi un'unica cosa: sta cazzo di sparatoria.
Siamo negli stati uniti, un liceo, tipo quello di Coloumbine(c'avete presente? Bowling a Coloumbine? Due deficienti schizzati che si mettono ad ammazzare nella loro scuola 13 persone?) e Van Sant segue la giornata di diversi studenti tipo. Il rischio, chiaramente, è lo stereotipo. Il buon Gus sa di non poterci far nulla, ma ne è consapevole: dà ampia libertà agli attori(che alla fine mi pare risultino più che discreti, Van Sant li sa gestire davvero bene infatti, immaginatevi un film del genere in Italia: crollerebbe dopo due minuti sotto i limiti recitativi dei protagonisti), svela la limitatezza della caratterizzazione dei personaggi in una scena precisa, ovvero quando, seguendo le tre bulimiche che camminano spedite verso il bagno, si sofferma sulla donna stilizzata che contraddistingue il bagno femminile da quello maschile, infine inserisce un'intera sequenza improvvisata: dei ragazzi sono in cerchio e discutono ad un incontro sulle differenze sociali o sessuali (non mi ricordo più!) se è possibile distinguere un gay da come cammina.
Cazzo, Van Sant che è gay te lo deve sempre far presente: a parte la scena sopra citata, i due killer prima di andare a compiere la loro carneficina fanno la doccia insieme, si baciano. Non so, mi è sembrata un po' forzata. Come le nuvole, come questo contrasto fra interni e natura.
Insomma un bel mah a questo Elephant lo diamo eccome, pur restando un film carino con delle ottime idee e con alcune scene particolarmente riuscite, diciamo che non convince fino in fondo.
Poi se ce lo fossimo visti assieme comunque era meglio.

sabato 10 settembre 2011

Abbastanza bene


In questi giorni, quando il cielo è limpido, mi sveglio al mattino e vedo il muro esterno alla finestra che è di un giallo tipo quello di questo blog e subito affianco l'azzurro del cielo. E' un bel svegliarsi, ma me ne rimango a letto il più possibile lo stesso.
In questi giorni ascolto con piacere solo un piccolo album uscito questo luglio, si chiama Bene ed è degli Aldrin. Son dei ragazzi italiani che non avevo mai sentito nominare e di cui non avevo ascoltato nulla prima d'ora. Poco male visto che ora sto recuperando alla grande riascoltando più e più volte questo lavoro.
Si tratta di quattro tracce, ma almeno 5 canzoni: Der Oldrin infatti è composto da due pezzi tenuti attaccati, due crescendi diversi e completamente strumentali; segue Vaskij Rosso che non ho capito se è una ripresa di vari riff di vasco o cose simili riarrangiate meglio, fatto sta che sul finire una vocina dice "the sho-shots o-over the-them" e mi fa ridere; poi in Molto bene c'è una citazione da Stephen Hawking e una voce sintetica dice appunto "molto bene" e la musica sembra mettersi a raffigurare esplosioni stellari nell'universo; un universo a cui non interessa come sei o come stai e per questo gli aldrin ci dicono forza e coraggio, solo chi ha paura può essere sottomesso E' il testo di La drogue che si scioglie poi nel finale in un inaspettato coretto che sembrano quasi i crash of rhinos, solo più gentili e più italiani. Embrace the earth fell it breathing, Embrace the men watch them sinking. Ed è un po' tutto qui, in questa contraddizione, fra l'abbraccio e il guardare affogare: grandi cavalcate e frenate, chitarre elettriche e suoni sintetici, batteria acustica e batteria elettronica e via dicendo. Ma io non so fare mica le recensioni musicali, quindi bon: Bene mi è piaciuto molto, mi piace ancora e lo ascolto.

sabato 3 settembre 2011

Futurismo

Bleaaaah raggg vrrr pfscchhh bloooooorghpsgmsnhp.
-Ahn, letteratura futurista!
-No, sto cagnando