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mercoledì 25 gennaio 2012

Aggiornamenti vari

C'era questa cosa che forse riapriva lynke-d, giusto per sfruttare tutti i mi piace che ha su feisbuc (ben 829, per dire: La nuova Vicenza ne ha 529!) e in pratica si lasciava perdere tutta una serie di cose che si erano provate a fare e ci si metteva a fare promozione musicale e recensioni cinematografiche (brevi).
Poi c'era quest'altra cosa che alcune righe di Roland Barthes stavano ispirando un mio racconto fin troppo lungo, poi ho visto Shame che più o meno parlava (anche) della stessa cosa, poi c'era un simpatico post di Antonio Pascale su ilPost.it sempre sul porno. Tante coincidenze.
Bene, parliamo di Shame: davvero un bel film, molto valido. L'ho visto all'araceli, un cinema in cui non metterò più piede per molto tempo, davvero una delle peggiori proiezioni cui abbia mai assistito.
Di questo film parlerò più dettagliatamente nel numero 10 de La Lotta Armata Al Bar (che dovrebbe uscire a marzo), qui vi posto solo la recensione breve che avevo scritto per lynked.




Shame (****-)
Un film di Steve McQueen. Con Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale. Drammatico, colore, 99 min. Gran Bretagna 2011.


Un eccellente Michael Fassbender (A Dangerous Method, X-Men – L'inizio) interpreta Brandon, uomo d'affari newyorchese che passa il tempo, fra una conquista e l'altra, consumando quantità industriali di pornografia. Qualcosa però cambia quando gli piomba in casa la sorella, un ipersensibile Carey Mulligana (Drive). Nel suo secondo lungometraggio Steve McQueen approda negli Stati Uniti, il regno dell'immagine: in una New York fredda, de-saturata e artificiale il protagonista si muove alla disperata ricerca dell'orgasmo, ricercando il sesso in tutti i modi possibili, percorrendo la strada che porta alla vergogna (Shame, appunto) e allontanando da sé ogni sentimento. Eppure, nella frenesia del consumismo, qui al suo ultimo stadio, quello che cancella le emozioni, una lacrima trova ancora il modo di rigare il viso: lo scontro con la sorella (la sua famiglia) diventa l'àncora di salvezza dalla disaffezione. E' una rappresentazione dell'occidente impietosa, tanto amara quanto reale; un film che approfondendo il lato più oscuro della società dimostra la sua enorme ed importante valenza politica.



Altre notizie:
-dovrebbe partire a breve una piccola rassegna cinematografica al cinema odeon curata da me e promossa da Stefano Poggi, se non vi saranno colpi di scena il programma dovrebbe essere il seguente: Pulp fiction, Tre colori: film blu, Natural born killers, Leon, Festen, L'esercito delle 12 scimmie, Rosetta, Strade perdute. Come forse avrete evinto si tratterà di un viaggio nel cinema d'autore degli anni '90, una scelta volta a combinare l'interesse del pubblico con l'interesse cinefilo più specifico, in modo non dico da riempire la sala, ma da non essere nemmeno quattro stronzi con la puzza sotto al naso. Comunque il programma non è ufficiale, quindi se avete consigli, suggerimenti o appunti da fare commentate pure
-infine, la rubrica che LLAAB ha dedicato al cinema nell'ultimo numero, "Fotogramma chiave", verrà riproposta da qui in avanti, sempre a cura del sottoscritto, e si occuperà di volta in volta di un film di recente uscita e di un film invece più in là con gli anni (fatemi sapere se avete preferenze, visto che non ho ancora deciso di cosa parlerò potrei venire incontro alla vostra volontà, perché no?)

martedì 17 gennaio 2012

Fammi sapere come va l'esame

Va bene mamma.

sms#1 "30 e lode!"
sms di risposta "Veri god"

mercoledì 11 gennaio 2012

Frullato

Addormentatomi fin troppo lentamente, come al solito, mi risveglio verso mezzogiorno e mezzo. "E' abbastanza presto" mi dico con soddisfazione e mi ributto a dormire.
Quando mi risveglio potrebbero essere passati cinque minuti come due ore: per fortuna è l'una e un quarto. Mi alzo, mi vesto, piscio, mi sciacquo il viso e vado a fare colazione. Una tazzina di latte e tutti i pan di stelle rimasti (quattro, che tristezza...) più un bicchiere di succo d'ananas.
Come al solito, a questo punto della giornata, decido che di tempo per studiare ce n'è per cui posso anche andare al computer a nonfareunasega.
Risulterà evidente anche a voi che, con una colazione del genere, sia necessario rimpinzarsi prima di affrontare un qualsivoglia libro per un qualsivoglia esame di un qualsivoglia corso universitario. Anche se questo corso universitario si chiama DAMS e questo libro si chiama Storia sociale della fotografia ed è pieno di foto.
Ma torniamo al punto: la merenda.
Folgorato nella notte, in quei lunghi istanti in cui pago il mio quotidiano fancazzeggio mentre vorrei dormire ma devo sforzarmi per tenere gli occhi chiusi, avevo deciso di farmi un frullato (che nella mia immaginazione era un po' diverso e per di più avevo contemplato l'idea di renderlo fortemente alcolico, ma non importa).
La ricetta: una mela (grande), un arancio (piccolo), mezzo bicchiere di succo d'ananas, ghiaccio a volontà.
In pratica mi metto a fare cocktail analcolici estivi l'undici gennaio, ma è un po' tutta la vita che sbaglio i tempi.
Comunque la procedura è questa: prendete il frullatore e provate a vedere se funziona, o almeno a casa mia conviene fare così visto che ci si mette sempre un dieci-quindici minuti a capire come mai non parte. Dopodiché si sbuccia l'arancio e lo si mette dentro, si taglia la mela e la si pela (operazione difficile e oltremodo fastidiosa, in generale non fatelo! anche perché la buccia è buona ed è piena di sostanze nutritive), si aggiunge il succo d'ananas e poi i cubetti di ghiaccio; chiudete bene il frullatore e azionatelo per un buon lasso di tempo: la mela è tanta, il ghiaccio è duro: si necessita di un po' di tempo per frullarli bene, ma non preoccupatevi perché anche se restano pezzettoni di mela non è affatto male, anzi! mentre il ghiaccio si scioglie un po' alla volta e di sicuro non rovina troppo il risultato anche se il cubetto è diminuito di poco.
Verrà fuori una brodaglia densa e arancione dove la purea di mela avrà la meglio. Il sapore, grazie all'ananas, avrà un che di esotico: vi consiglio di guarnire il bicchiere (rigorosamente da cocktail) con una cannuccia e un ombrellino mignon, non so come si chiamano di preciso ma ci siamo capiti sicuramente.
I dettagli: ho usato il succo d'ananas optimum della yoga che c'ha il 70% di ananas, penso che con un 100% venga anche meglio, poi della optimum yoga consiglio quello alla pesca: se siete degli  appassionati di questo succo sul serio non potete farvelo mancare perché con il 70% di pesca è assolutamente un must, buonissimo!; inoltre sono convinto che con una mela più piccola (per la cronaca: ne ho usata una verde-rossastra biologica, penso che vadano bene tutte eh, a seconda dei vostri gusti) e un'arancia più grossa sarebbe riuscito meglio.
Io l'avevo immaginato con la banana, ma verrebbe ancora più densa. Con la carota? Non so, a me non piace mischiare frutta e verdura, no lo dico perché c'è gente che si fa le insalate con l'arancia o il mandarino o cose così, ma io non sono proprio fra quelli. Poi, passi il succo di carota, ma frullata non si amalgama per niente per via della consistenza troppo croccante rispetto a quella della frutta.
Poi, ovviamente, sarebbe meglio usare frutta di stagione a)perché è più buona b)perché è più salutare, io però adesso non sono uno che se ne intende di cosa è di stagione e cosa no, per cui vedete un po' voi.
Il risultato tutto sommato è stato discreto, magari con qualche fighettata tipo foglioline di menta viene una sburrata assurda, non saprei. Poi può tornare utile per fare cocktail esotici alla vostra festicciola privata, e mi raccomando il GHB ragazzi, davvero f-o-n-d-a-m-e-n-t-a-l-e in occasioni speciali.
Infine sulle proprietà nutritive: il mio frullato passa su tutta la linea, tutte le vitamine necessarie e le fibre e le cose che ci servono e in più un fracco di buoni zuccheri che ci danno la carica per studiare e affrontare la nostra sessione di esami.

martedì 3 gennaio 2012

Il teatro morto della Morte

Che cos'è che sta per annullarsi con questa foto che ingiallisce, scolorisce, si cancella e che un giorno sarà gettata nella spazzatura, se non da me - troppo superstizioso per far questo - per lo meno alla mia morte? Non solo la "vita" (questo è stato vivo, ha posato vivo davanti all'obbiettivo), ma anche, a volte, come dire? l'amore. Davanti all'unica foto in cui mio padre e mia madre sono ritratti insieme, di loro che so che s'amavano, io penso: ciò che sta per scomparire per sempre è l'amore come tesoro; infatti quando io non ci sarò più, nessuno potrà più darne testimonianza: non resterà altro che l'indifferente Natura. Abbiamo qui un dolore talmente straziante, talmente intollerabile, che, solo contro il suo secolo, Michelet concepì la Storia come un'Attestazione d'amore: perpetuare, non solo la vita, ma anche ciò che, nella sua terminologia, oggi fuori moda, egli chiamava il Bene, la Giustizia, l'Unità, ecc.
da La camera chiara di Roland Barthes, Piccola Biblioteca Einaudi, Torino 2003.