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lunedì 12 luglio 2010

La tempesta sotto le stelle



Ieri sono andato a ferrara con una manciata di amici e amiche per vedere il concertone de la tempesta. Ne riassumo il contenuto di seguito, quasi per sfogo, come un brufolo.
L'onda lunga di questo evento porta con se non solo un inutile post, ma anche una serie di ematomi per colpa del teatro degli orrori. troppo pogo, troppo poco allenamento. tutto molto bello.
allora, dopo il viaggietto in treno, giungiamo nell'accogliente ferrara, son passate le quattro e mezza e grazie alla carinissima anna, conosciuta poco prima sul treno, troviamo presto il luogo del concerto e c'accodiamo in fila per un'oretta buona. cosa non si fa per una compilation.
l'apertura dei cancelli è lentina e gli amici cincischiano: morale della favola mi perdo buona parte degli Altro, ovvero dieci minuti. Sono stati gli unici a fare un concerto completo visto che venti minuti è quanto fanno sempre(così mi dicono). La voce è magnetica, il casino è tanto però Maniglio non apprezza il volume della batteria, troppo basso.
Il tempo di sistemare il palco e partono i Cosmetic che sono giovanissimi, a vederli potrei pensare che, almeno il batterista, potevo benissimo ritrovarmelo come compagno di banco. Nota dolente l'assenza della bassista asiatica Emily. Capite bene una donna bassista e asiatica...una gnocca a priori. Comunque i Cosmetic son belli e il cantato pure è bello, mentre c'è chi non apprezza, troppo somiglianza con i Verdena, mah...
Di sicuro mi ricorderò il cranio enorme del chitarrista: gli attribuisci ben presto la facoltà di leggere nel pensiero. Poi lo vedi sul palco che sente le canzoni, le vive alla grande. Tutto molto bello.
La mezzoretta vola via senza nemmeno Forti in tutto.
Sull'altro palco montano gli Uochi Toki che hanno testi bellissimi, basi bellissime, fra una canzone e l'altra fanno discorsi bellissimi, il cantante è intelligentissimo e te lo fa pesare. In modo giustissimo. Bisognerebbe con tutta probabilità insegnare nelle scuole LibroAudio o comunque la loro discografia(il problema certo sarebbe trovare gli insegnanti preparati..) e finirebbe, un po' come tutte le cose belle che studi a scuola, per romperti il cazzo anche se sai che è una cosa che devi fare e vuoi fare. Spero di essermi spiegato, l'italiano non è il mio forte.
Mentre parte la bellissima base di Il Ladro io inizio a sgambettare verso il palco dove di lì a poco i Pan del Diavolo avrebbero suonato. Riesco ad intrufolarmi solo a concerto già iniziato e mi ritrovo in mezzo a trent'anni scalmanati che, a differenza del pubblico vicentino, apprezzano e non poco il duo siciliano. E il pubblico, folto e festante, gli galvanizza facendoli produrre difatti un concerto veramente energico: è incredibile quanto casino riescano a fare con due chitarre e una grancassa. A farne le spese è Africa, che per me resta il loro pezzo più bello.
Terminato il loro lavoro sull'altro palco salgono i Sick Tamburo che decido di perdermi per poter star davanti, per la seconda volta nella mia vita, al concerto degli Zen Circus. Alla spicciolata arrivano i miei compari coi quali intoniamo l'inno della vicenza alcolica giusto per ingannare l'attesa e non farci riconoscere...Poi attaccano il concerto: subito Vent'anni e poi via un pezzone dopo l'altro mentre noi si fa il pogo e ci si abbraccia con gente sconosciuta per urlare i testi "le vostre svolte sono sogni di gloria" "mia madre è strana" "punk lullaby" e via dicendo. Tentiamo anche di lanciarli una fanzine dopo che nella parte strumentale di "Andate tutti affanculo" Appino inzia a cantare "basta fare qualcosa, qualcosa di giusto" e chiosa dicendo "lo vedete allora che l'italia non è un paese di merda". Qui il fattaccio: la fanzine giunge sul palco circondata dall'indifferenza degli Zen; finito il concerto urlo al bassista "la fanzine", non si capisce una minchia e mi regala la scaletta(grazie).Qui il fattone(nel senso di accadimento piacevole): Seba monta sul palco, raccoglie la Fanzine e me la riporta. Ci portiamo a lato del palco e la consegniamo personalmente al bassista di cui prima, che mi fa pure l'autografo sulla scaletta. Tutto molto bello.
Abbandono per sempre il cortile del castello(con sommo rammarico visto che mi perdo Giorgio Canali) e inizio a guadgnare posti in vista dei concerti successivi. Intanto sul palco Moltheni allunga tutte le vocali, non seguo bene i testi ed amen. La cosa bella sono Marta e Bruno abbracciati mentre "perchè sei un petalo, che non ha profumo" e via dicendo.
Il pubblico è numeroso e raggiungo solo la seconda fila quando suonano i TARM. Sono i boss della situazione e non possono sfiguare, risultato: quarto concerto che vedo e m'è piaciuto più di tutti, nonostante la brevità; la dolcezza di certi accordi nuovi, la semplcità di quelli più vecchi, la bellezza dei testi.
Ma ora l'attesa si trasforma in trepidazione: è il turno di Vasco, che è il padrone di casa e non può sfigurare. Più o meno ne parlano tutti male, che se la tira che non ti caga che porco dio etc Si fa attendere e si presenta sul palco con la maschera dei TARM, intona una cover dei cccp, "bbb". Giusto perchè non ci sono più. E questa è andata. Poi parte Per combattere l'acne, che come sempre non è un'emozione da poco e poi la storia degli alberghi appena costruiti e Piromani e una canzone nuova e penso a te per buona parte del tempo ed il reading consueto stavolta affidato al mitico Emidio Clementi, che però non c'ha più la voce di Lungo i bordi, ed è anche vero che il libro di Vasco non è Lungo i bordi. Amen, tutto molto bello. Anche l'ultima è una cover, nella fattispecie "la domenica delle salme" di de andré. Olè, un concertino. Ma valeva la pena. Questo è essere fan, temo.
Poi vengono il teatro degli orrori, un casino della madonna, un pogo della madonna(da cui i lividi di prima) con annessi pogatori molesti che era meglio se restavano a casa. Capovilla è alticcio, sbiascia due parole su Ken Saro Wiwa e fanno canzoni soprattutto dell'ultimo album e quando parte Compagna Teresa la differenza si sente.Majakovski, Il terzo mondo...veramente pesanti. Comunque gran bella botta, abbiamo fatto il padre nostro e il mea culpa(più che giusto) e pianto e corso per Tom.
Il concerto è finito ed andiamo in pace ad abbeverarci più che si puote.
Salto una parte della serata che vabbè, e veniamo al momento saliente: l'imbucata nella zona vip.
Entriamo con fare circospetto super sgammo,ma nessuno ci caga di striscio. Tergiversiamo ritrovandoci Capovilla e Canali a poca distanza. Rompiamo il ghiaccio con Jacopo Lietti dei Fine Before you came che non hanno suonato(sfortuna...). Lo molestiamo con la storia della Fanzine(consegnata) e lui controbatte: è una macchina di battute innarestabile con l'accento toscano, da piegarsi. L'unica pecca, visto che dobbiamo far gli spocchiosi, la maglietta autoreferenziale dell'ultimo album. Poco ce ne sbatte e con lui ci gettiamo verso Vasco. Brondi viene stavolta molestato direttamente da Jacopo per la fanzine("l'hanno chiamata col nome della tua canzone, non sei onorato?" "ah davvero? si, si.." "eh,ma se lo dici così sembra proprio che non lo sei.." etc etc). Più tardi scambio due parole con Vasco(magari si, un po' se la tira,ma più che altro m'è parso timido) con le quali faccio scendere giù un silenzio aghiacciante altro che 'na temesta sotto le stelle. Insomma un momento veramente imbarazzante. Di lì a poco il festino chiude e ce andiamo che mi son rotto i coglioni di scrivere