
Davvero, pare riesca solo a parlare di cinema ultimamente. E male. Parlare di cinema che poi è sempre un'approssimazione per difetto.
Parliamo di Paranoid Park(Gus van Sant, 2007). Film particolare, sembra procedere per spezzoni narrativi disposti a caso e abbozzi di videoclip. I cahiers du cinema han detto che era il miglior film del 2007, più calmi gli spietati che lo mettevano 12°. Fotte obbiettivamente sega delle classifiche, e non so perché ne ho parlato, penso per la sorpresa di notarlo al primo posto per una rivista così prestigiosa(la più prestigiosa!).
Chissà, magari ai francesi piglia bene l'adolescenza e lo skateboard, o anche semplicemente l'adolescenza. Per la quale nessuno è mai pronto, un po' come per paranoid park.
Meglio spiegare: paranoid park è tipo la pool delle fornaci, ma a Portland, quindi molto molto più grande e molto molto più fica. Il ragazzino protagonista sta preso un po' male dalla vita, ma forse è tutto a posto. E' solo una fase, gli passerà credo. Beh, si tratta di quella fase di passaggio che chiamiamo, appunto, adolescenza. E' l'innocenza ad andarsene, il peccato t'investe e ci sono colpe da espiare, magari da esorcizzare scrivendo su fogli sparsi la propria drammaticamente(e splatteramente) comica storia di un sabato sera qualunque. Aldilà degli eventi sfortunati e particolari, del cadere (forse) in fallo della memoria, della rielaborazione soggettiva degli eventi e tutte ste cose realitivistiche date da le stesse scene che si ripetono, simili e non uguali, mi vien più che altro da dire che siamo stati tutti un po' come Alex, a perdere la testa in chissà quali pensieri durante una noiosa lezione di scienze mentre qualcosa sembra sempre mancare. Poi ci sono i super8 fatti seguendo gli skater da dietro con bella musica sotto. Basta poco per farci stare meglio.