Pagine

giovedì 13 ottobre 2011

Soffocando dolcemente (vers. Beta)

 Il breve racconto di oggi, che nemmeno è un racconto (ma non divaghiamo troppo...), farà presto parte di una raccolta che uscirà per Einaudi sotto il titolo di I mancati risparmi, o di come ci rese infelici perdere tempo che di fatto sarà la mia prima raccolta di racconti brevi nonché la mia prima raccolta di racconti brevi pubblicata per Einaudi inesistente, ma spacciata per vera per una frazione di secondo. Meglio così.


Iniziava ad infervorarsi tanto la discussione lo appassionava; il vino era scorso e prese a parlare, velocemente, mangiandosi lettere, mangiandosi riflessione e calma. Lui stava dinanzi e lo seguiva con attenzione estrema, o così pareva, mentre pronunciava parole giovani e vive più che mai. "Io capisco bene che, se decido, ho un vantaggio enorme: l'azione. So bene che è inevitabile agire, perché anche in-agire, se ci pensi, è agire. Ma appunto: tanto vale agire direttamente. Però fermiamoci un attimo: la volontà nostra, o almeno la mia, è di agire per il meglio, in base a quello che l'esperienza suggerisce. Vedi a decidere...si cade spesso in errore, e allora capisci bene meglio non decidere, cioè non decidere troppo in fretta. Stare a osservare, di questo ti parlo: osservazione...cioè in questi giorni così m'è venuto da pensare. In fondo è tutta una questione di politica, no? Siamo animali politici e allora politichiamo! E cerchiamo di farlo bene no? E' inevitabile che si facciano cagate, anche colossali magari, ma, se almeno vedi...io avessi insomma lo spirito giusto...spirito giusto che credo sia questo che ho individuato e che ti ho appena detto...Insomma, alla fine questa va bene per quello che stiamo facendo no? Cioè non chiediamo a noi né a nessun altro di andare oltre ciò che osservano, capisci? Alla fine saranno solo pezzettini di vita di ciascuno ché, alla fine, è inevitabile no? che ognuno abbia un suo modo di vedere il mondo, l'universo, la vita eccetera. Cioè noi lo poniamo di fronte al lettore e scaturisce un confronto, giusto? E sarà anche la più miserabile cazzata, però ecco se noi diamo la linea guida, voglio dire, questa linea guida, di osservare senza andare poi oltre quello che uno sa e può sapere, fa presto uno a capire che se ha detto una cazzata, ha detto una cazzata. Intendi? E questo è certo meglio che fare un passo più lungo della gamba, che anche se l'intenzione è lodevole si finisce per far di meglio cercando di far di meno...no?" Fermò il suo flusso, veloce e senza soluzione di continuità prima di allora e fu come uno shock: il suo compare, dopo alcuni secondi, si rese conto del silenzio e tornò come si torna dal regno dei morti. "Però ecco" esordì sbiascicando "però ecco" ripeté. Doveva esserci dietro della droga pensò, ma non lo interruppe e con gli occhi ben sull'attenti mantenne lo sguardo su di lui. Proseguì "Però ecco, tu sei tuttora ancorato a quell'idea che una..."-s'interruppe alla ricerca del vocabolo, i suoi occhi fissavano già da un pezzo il soffitto o forse non lo fissavano affatto: erano solo persi verso l'alto sfocando persino il bianco del muro-"...sei tuttora ancorato a quell'idea che una...proposizione!...si, che una proposizione sia vera o falsa. Bello mio" tirò su col naso il muco accumulatosi "non è così: una proposizione è vera e falsa. E' perfettamente così. Si. Tutto ciò che è razionale è perfettamente irrazionale e tutto ciò che è irrazionale è razionale. Perché, ed è qui che volevo arrivare, un giorno anche tu, anche tu che mi dici che bisogna ingoiare cazzi amari. Succhiarli, succhiare cazzi" giunto a questa affermazione, che riteneva del tutto falsa(ma, è chiaro, forse era vera), provò ad interromperlo, ma una strana forza lo bloccò e l'altro poté così continuare "succhiare cazzi un cazzo! Capezzoli, capezzoli turgidi, grandi capezzoli turgidi!" urlò ai quattro venti "Pure tu, un giorno, sdraiato sul tuo comodo lettino, riceverai in bocca un capezzolo turgido. Pensa, il capezzolo turgido di una gigantesca tetta, e sarà lei a ficcartelo in bocca, a soffocarti. Tu sdraiato sotto questa donna eccitata, febbrilmente eccitata dall'idea di scoparti, talmente eccitata dall'idea di scopare proprio te che ti ficcherà in bocca il suo turgido, dolce, meraviglioso capezzolo. Ecco, ecco dove volevo arrivare. Lì tutte le domande si perderanno, si afflosceranno come vecchi seni avvizziti e tutto ritornerà, l'estasi porterà la stasi, quiete assoluta, ferma tranquillità, pace dei sensi. Un attimo di celestiale perfezione, incontro divino, punto a capo di una vita, anzi del senso della vita."

3 commenti:

meschi ha detto...

dovresti leggere pahlaniuk e girare più scene finto-erotiche nei tuoi cortometraggi. ah, per la cronaca, a history of violence è una bellammerda e se fai un "quei film che avevamo detto che adesso ce li vediamo" proprio sul suddetto film, e so che ci stai pensando, la tua credibilità vedrà un calo.
apriamo una casa editrice?

eliminato ha detto...

oh, non ci sto pensando di farlo gné gné. a istori of vaiolens è bello, proprio me lo son visto di un gusto che era da tempo che non vedevo un film così di gusto. piuttosto sono in arrivo due rece "istituzionali" di gen eir e dis mast bi de pleis.
la scena finto erotica del mio prossimo corto sarà una scena ghei di te e copiello che vi amate tantissimo. e sergio che suona il piano sotto per eccitarvi. il film si chiamerà "quei ricchioni dei musicisti froci"

passavo id qui ha detto...

o no sono troppo ghei i musicisti tutti cazzo, bisogna ammetterlo ragazzi siete tutti ghei voi musici.