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giovedì 20 novembre 2008

Ritrovare cose di due anni fa

Per caso ho ritrovato in camera mia un esercizio di italiano che feci in 2a superiore. Prendeva sputno da un racconto di Buzzati intitolato "Le mura di Anagoor" del quale in internet ho trovato un riassunto:

All'interno del Tibesti, una guida indigena propone ad un turista di portarlo a visitare le mura di Anagoor, una città così splendida che nessuno ne è mai uscito. L'uomo, nonostante qualche esitazione poichè Anagoor non figura sulla sua cartina, accetta. Partono, e arrivati dinanzi alle mura, vedono moltissime tende che appartengono appunto, a persone che attendono che si apra una delle innumerevoli porte, per entrare. La guida spiega al turista che si racconta che una volta, non si sa precisamente quando, un viandante che cercava un rifugio per la notte, aveva bussato, inconsapevole di dove si trovasse, ed era entrato. Infine dice che anch'egli ha atteso per 24 anni, ma che adesso ha deciso di tornare a casa.


Dopo i consueti esercizi di analisi del testo capitava di dover svolgere quanto segue: "Immagina di entrare all'interno delle mura della città", era sottointeso che lo si dovesse poi scrivere(o forse mi son sbagliato, non l'ha mai raccolto questo compito).
Vi riporto ora cosa scrissi due anni fa in quanot si tratta di una delle poche volte che, rileggendo qualcosa scritto di mio pugno tempo addietro, non mi viene il vomito, eccezion fatta per qualche conato all'inizio.
Quanto segue è in tutto e per tutto, errori grammaticali compresi, ciò che scrissi:

Erano anni che attendevo di entrare ad Aragoorn, ma mai che una porta si aprisse. Un giorno però, mentre pattugliavo il perimetro delle mure nella speranza di trovare un varco per entrare, tutto ad un tratto vidi una porta aprirsi.
Corsi più forte che potevo, l'attesa era finalmente terminata! Entrai nella città. E venni colpito all'improvviso alle spalle. Svenni.
Una volta risvegliatomi mi ritrovai per una selva oscura fintantochè non vidi l'ingresso dell'inferno con l'entrata per i maschi e per le femmine, come nei bagni pubblici. Era chiaro che fossi sotto l'effetto di alcune droghe, effetto che però non duro a lungo...Pochi minuti dopo infatti ripresi lucidità e teminò il viaggio astrale nella Divina Commedia. Ecco che mi ritrovavo in una cella buia e silenziosa, ma soprattutto m'avevano fregato il portafoglio e la carta di credito.
Capii che Aragoorn è una città felice per chi ci sta già dentro, non per chi entra.


Mi pento solo dell'uso indebito del punto, wow.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

hahaha
che figata alessio!
è geniale!
e come l'ha valutato la professoressa?
son la chiara can cmq
chel can dea chiara

eliminato ha detto...

non è stato valutato..non l'ha mai raccolto quella bastarda...

Anonimo ha detto...

dio boia avevi assunto droghe mentre lo scrivevi mi sa no dentro la città.....ho anke fatto l'assonanza...