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giovedì 15 settembre 2011

Tutti quei film che abbiamo detto adesso ce li vediamo - Elephant


Dopo Paranoid Park mi sembrava giusto proseguire, in ordine cronologico inverso, con Elephant(G.VanSant, 2003) che fu addirittura doppiamente premiato a Cannes, miglior film e miglior regia.
Questo poco c'interessa: le differenze principali col film della scorsa volta sono nel numero dei personaggi con quella che è una vera e propria scomposizione per punti di vista e negli "inserti" musicali. Poi c'è da dire che i film di Van Sant hanno il pregio, io ritengo così, della brevità. Qui a maggior ragione perché dopo 50 minuti di lunghissimi piani sequenza, carrellate a seguire, carrellate a precedere e corridoi interminabili davvero vuoi un'unica cosa: sta cazzo di sparatoria.
Siamo negli stati uniti, un liceo, tipo quello di Coloumbine(c'avete presente? Bowling a Coloumbine? Due deficienti schizzati che si mettono ad ammazzare nella loro scuola 13 persone?) e Van Sant segue la giornata di diversi studenti tipo. Il rischio, chiaramente, è lo stereotipo. Il buon Gus sa di non poterci far nulla, ma ne è consapevole: dà ampia libertà agli attori(che alla fine mi pare risultino più che discreti, Van Sant li sa gestire davvero bene infatti, immaginatevi un film del genere in Italia: crollerebbe dopo due minuti sotto i limiti recitativi dei protagonisti), svela la limitatezza della caratterizzazione dei personaggi in una scena precisa, ovvero quando, seguendo le tre bulimiche che camminano spedite verso il bagno, si sofferma sulla donna stilizzata che contraddistingue il bagno femminile da quello maschile, infine inserisce un'intera sequenza improvvisata: dei ragazzi sono in cerchio e discutono ad un incontro sulle differenze sociali o sessuali (non mi ricordo più!) se è possibile distinguere un gay da come cammina.
Cazzo, Van Sant che è gay te lo deve sempre far presente: a parte la scena sopra citata, i due killer prima di andare a compiere la loro carneficina fanno la doccia insieme, si baciano. Non so, mi è sembrata un po' forzata. Come le nuvole, come questo contrasto fra interni e natura.
Insomma un bel mah a questo Elephant lo diamo eccome, pur restando un film carino con delle ottime idee e con alcune scene particolarmente riuscite, diciamo che non convince fino in fondo.
Poi se ce lo fossimo visti assieme comunque era meglio.

1 commento:

Šareni San ha detto...

Rosa, non sei abbastanza impietoso con Van Sant, cambia regista!