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lunedì 26 dicembre 2011

Miglior spot del 2011

Lungi da me pensare che la pubblicità possa avvicinarsi all'arte (poi, parliamone, cos'è l'arte?), ciò non toglie che sia un linguaggio interessante da molti punti di vista.
In un'epoca come quella che viviamo, vendere un'auto è diventata una questione filosofica. Ogni auto un modo diverso di intendere la vita, di affrontarla. Anche per questo motivo lo spot dell'Opel Insignia merita il nostro umile premio dato che parla di un'automobile punto e basta. Ecco punto e basta una sega, perché in realtà, in pochissimi secondi, lo spot ti cala in un'atmosfera, guida la tua immaginazione verso l'idea di fondo (compra questa cazzo di auto) facendo dunque il suo lavoro senza calcare la mano con inutili discorsi letti da Giancarlo Giannini o Luca Ward. Per fare ciò utilizza una messa in scena potente, fatta di immagini frammentarie, con uno stile da avanguardia sperimentale: un occhio in primo piano chiuso che poi si apre, pezzi di auto che sono pezzi di luce e di buio gettati in pasto all'occhio, vero, dello spettatore . Dicevo prima che si viene calati in una certa atmosfera, del tutto particolare.  Questo accade anche grazie all'interessante uso dell'audio con questa voce effettata, che non può che colpire lo spettatore, farlo rendere conto che quello che vede è diverso da tutto il resto.
La pubblicità, contraddicendo quanto ho scritto prima, s'ascrive all'arte visiva. Si tratta di cose delicate da trattare, dunque di materiali difficili da maneggiare e farlo fuori dal coro, tracciando un nuovo perimetro e riuscendovi in pieno, ecco che diventa cosa lodevole.

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